Mario è un uomo
ormai realizzato, anche se gli manca un ultimo step per
definirsi felice: l’amore!
È una persona normalissima, che ha vissuto una vita al
limite, entrando a far parte dei servizi segreti americani.
Come in tutte le cose che fa, è stato il migliore, e credeva
fosse la realizzazione dei suoi sogni di bambino.
Ma a volte, i sogni possono trasformarsi nei peggiori
incubi.
E, come già capitatogli in Italia qualche anno prima… è
costretto a scappare… di nuovo!
Un fantasma del passato - Julien,
vecchio compagno di Mario - riappare all’improvviso e porta
con se una stupenda e inaspettata sorpresa… Jr! Ma anche tanti
guai per Mario che per salvarlo è costretto a chiedere aiuto
al suo tanto "esecrato passato”.
Uno sconosciuto salva Roberto da un gruppo di extracomunitari
che volevano rapinarlo. Diventano amici da subito e sarà
fondamentale per Mario e Roberto, aiutandoli a più riprese,
nonostante i suoi problemi... e nessuno di loro immagina che
trentun anni prima...
Mario aiuta a ritrovare la felicità a tutti i membri della sua
seconda famiglia, è felice. Due anni meravigliosi… poi
l’inferno. All’improvviso Mario perde tutto. Ciò per cui aveva
lottato. Ciò in cui credeva.
Roberto, che gli ha giurato eterno amore, s’innamora di una
donna… capisce di aver perso tutto ciò per cui aveva lottato.
Ciò in cui credeva.
Decide di tornare alla “vecchia vita” spontaneamente, da
quello che considerava più di un “amico”, senza immaginare
che… questa volta è la “vittima predestinata”. È lui ad essere
al centro di un complotto, di una vendetta covata per anni.
E quando viene a galla la verità, c’è solo una soluzione:
Chiudere
definitivamente i conti, senza paura… senza rimorsi!
Intervista a Nick (Niccolò)
Figlio di Roberto
Quando ero con i miei amichetti e li vedevo con i padri, ero
un po’ invidioso di loro. Avrei tanto voluto che anche il mio
papi fosse lì, mi spiegasse le cose, che parlasse con me, che
mi insegnasse ad andare in bici, che mi portasse a giocare al
parco. Ma era solo quando ero insieme agli altri che facevo
questi pensieri. A mente lucida però ricordavo, seppur
vagamente, che lui la sera quando dormivo, entrava nella mia
stanza e mi parlava, piangeva, mi accarezzava. Mi diceva che
non ce la faceva, doveva lavorare per tenere la mente occupata
da cattivi pensieri, per non pensare alla cattiveria delle
persone. Mi diceva sempre di fare ciò che il cuore mi
consigliava, di non essere invidioso, di cercare di aiutare
sempre e comunque gli altri. E mi chiedeva scusa per non
essere in grado di fare il papà. Non è certamente colpa sua se
sento attrazione per gli uomini. Questa è una cosa innata,
ognuno di noi ha delle pulsioni. Io, rispetto a tanti ragazzi
ho avuto la fortuna di poter scegliere liberamente come
comportarmi nella vita. Agli altri è stato inculcato un certo
modo di pensare. Io credo che se tutti avessero avuto un papà
come il mio, ci sarebbe tanta gente in più felice di ciò che
fa. Quando ho conosciuto Guido, il primo impulso fu di
portarlo da lui. Volevo condividere con lui la mia gioia. Poi
però rimandavo sempre. Non mi sembrava giusto andare da lui e
dirgli di essere felice mentre vedevo che lui era sempre
triste. Non ho mai smesso di volergli bene, nemmeno per un
istante. E sapevo che anche lui mi voleva un bene dell’anima.
Solo che non riusciva a esprimerlo. Anche quando ci ha
scoperti quella sera, anche mentre mi colpiva io sapevo che
quei pugni, quei calci e come se li stesse dando a se stesso,
che non voleva darli a me. Che non mi avrebbe voluto fare del
male. Poi è arrivato Mario e tutto è cambiato. Sono
contentissimo di come ora è felice il mio Papi e oggi posso
dire di condividere qualcosa d’importante con lui, una cosa
che pochi figli possono avere in comune con i genitori: amare,
senza dare peso ai commenti della gente. Mario per me è un
modello da seguire, vorrei tanto essere come lui e farò di
tutto per riuscire a rendere lui e i miei cari, orgogliosi di
me. Grazie Mario!