Finalmente conosciamo l'inizio, la
genesi del personaggio. A ventisette anni è insoddisfatto,
il rapporto con il padre inesistente. Inizia a lavorare a
Napoli e una mattina, aiuta un agente segreto americano,
Harby Crawbson. Che lo coinvolge in una pericolosissima
missione segreta, che aiuta a risolvere. Harby, intuitone
il grande potenziale gli propone di lavorare per lui. Ma
rifiuta. Torna alla sua piatta vita, ma viene riconosciuto
e catturato. La sua sorte sembra segnata, ma riesce a
salvarsi. Sa di essere in pericolo, e decide di scappare!
Dopo un anno in Asia, sbarca in America per coronare il
suo sogno di bambino. Appena atterrato viene convinto da
Harby a diventare special-agent. E questa volta accetta,
diventando il migliore.
Risolve decine di casi complicati, fino al momento in cui
s'imbatte in un mafioso… Davon, che mette sulla sua testa
una taglia da UN MILIONE di dollari.
È costretto a scappare... DI NUOVO!
Quattro missioni fra le migliori. Risolte grazie a intuito e caparbietà. Un viaggio on the road per attraversare gli States in un periodo di rifiuto dei metodi adottati dall’agenzia. L’incontro con Davon un capomafia newyorkese che alla fine l’ha vinta…
Intedrvista alle figlie di Roberto e
Pamela
Elisa
Io, al contrario dei miei fratelli, ho avuto da piccola il
meglio di papà. E lo ricordo bene. A me ha insegnato ad andare
in bici, mi ha insegnato a nuotare, ad andare a cavallo, a
sciare. A rispettare le persone. A non vantarmi della mia
condizione economica e aiutare chi ne aveva bisogno. Mi ha
fatto tanto male come si è comportato con Fabio, è vero. Non
ha creduto fosse quello che è, ma quel periodo per lui,
dev’essere stato terribile. Per questo gli sono stata vicina e
ho cercato di aiutare la mamma in casa. La gioia più grande è
stata quando, grazie a Mario, è tornato la persona buona,
forte e decisa che era. Ma io sarò per sempre doppiamente
riconoscente a Mario. Se non fosse stato per lui, ora Fabio
non ci sarebbe più, e non solo nella mia vita! Per quanto
voglia trovare un esempio, l’unico che riesco a immaginare,
per molti potrebbe risultare blasfemo, quindi evito. E la
gioia che provo, nel vedere così felice il mio papà, è
inenarrabile. Grazie Mario!
Chiara.
Sono felice. E frastornata. È difficile esternare i sentimenti
che si accavallano nella mente. Mi mancava il mio papi, come a
tutti, ma anche se non lo esternava, sentivo che ci voleva
bene. In fondo non ci faceva mancare nulla, voleva sempre il
meglio per noi, se non ci avesse amati, non avrebbe fatto
tanto. Purtroppo per lui, la sua bontà ha portato quella
persona ad approfittarne e lo ha traumatizzato. Penso che aver
conosciuto Mario, sia stato un giusto risarcimento per tutto
ciò che ha subito in questi anni, perché è vero che noi non
abbiamo avuto molte esternazioni di affetto da parte sua, ma è
vero anche che lui per questo non ha goduto della gioia di
crescere i suoi figli, insegnarci a diventare persone buone
come lui. Credo che la mamma abbia svolto il doppio compito in
maniera egregia, ma questa sarà sempre una mancanza nella sua
vita. Anche io sono doppiamente grata a Mario. Se non fosse
stato per lui, non avrei conosciuto Fabio e mi ha anche resa
più decisa e sicura di me.